La grammatica è un'arte, parola di Abu l-Aswad al-Du'ali

Abū l-Aswad al-Duʾalī, poeta e grammatico del VII secolo, compagno del Califfo ʿAlī, è considerato l’inventore dell”arte grammaticale’ della lingua araba, a seguito di un curioso episodio avvenuto a Kufa. 

Abu l-Aswad al-Duali

Abu l-Aswad al-Duali

Il caos primordiale

La lingua araba, si sa, è inevitabilmente legata al testo sacro dei musulmani, il Corano: è questa, infatti, la lingua più pura, eloquente, che Dio ha scelto per trasmettere la sua rivelazione al profeta Muhammad. Tuttavia, in accordo con le antiche tradizioni beduine, le sure coraniche venivano imparate a memoria e tramandate solo oralmente. La mancanza di un testo scritto determinò, naturalmente, la nascita di versioni sempre più distanti da quella originale. Accortosi dell’imminente minaccia, il califfo ʿUthmān decise dunque che il Corano andava scritto: nacque, così, la versione autentica, che doveva sostituire tutti i testi corrotti ed erronei, immediatamente bruciati. Tuttavia, trascrivere il testo non fu sufficiente a renderlo chiaro e fruibile per tutti i credenti: se da un lato è noto, infatti, che l’arabo si scrive senza le vocali, non tutti sanno che un tempo le lettere di questo alfabeto non avevano i punti diacritici al di sopra o al di sotto del segno grafico che distinguessero le une dalle altre. Va da sé che la lettura corretta risultava un compito difficile da eseguire, soprattutto per i non arabi.

Il Corano.

Il Corano.

L’episodio di Kufa

La soluzione arrivò a seguito di un episodio accaduto ad Abū l-Aswad al-Duʾalī, poeta e grammatico, nonché compagno fidato del califfo ʿAlī ibn Abī Ṭālib, mentre passeggiava a Kufa, in Iraq. Si narra, infatti, che lo scrittore stesse camminando, quando sentì un uomo recitare il versetto 3 della sura 9, sbagliandone la vocalizzazione e compromettendone il significato e la comprensione. Alla richiesta di spiegazioni, il forestiero si scusò e si discolpò affermando che solo gli arabi potevano conoscere il modo perfetto di leggere il Corano, ma per i non arabi come lui, era impossibile non commettere errori. Ciò turbò molto al-Duali, il quale si recò immediatamente dal Principe dei Credenti per riferirgli l’accaduto, in cerca di una soluzione.

L'evoluzione della scrittura dell'arabo.

L’evoluzione della scrittura dell’arabo.

L’arte grammaticale

Ali ibn Abi Talib gli rispose: “Oh Duali! Il discorso è fatto di nome, verbo e particelle […], procedi (a costruire la grammatica), questa è la grammatica”. Con queste premesse, al-Duali creò l’arte grammaticale, la ʿilm al-naḥwi (letteralmente scienza della grammatica): a lui si devono le nozioni di fāʿil e mafʿūl (l’agente e il complemento oggetto della frase verbale), muḍāf (elemento del cosiddetto ‘stato costrutto’). Al-Duali fu, inoltre, fautore del naqt, ovvero fece inserire i punti diacritici sopra e sotto le diverse lettere in modo da distinguerle. Infine, inventò il tashkīl, cioè determinò un modo per poter evidenziare la presenza delle diverse vocali (in arabo standard esistono solo a-i-u) attraverso dei segni grafici da posizionare sopra o sotto dello scheletro consonantico, seguendo le istruzioni di Ziyād ibn Abī Sufyān, governatore di Kufa: “Quando mi vedi aprire la bocca per una lettera (cioè quando si pronuncia la [a]), poni un segno sopra di essa; quando la chiudo (quando si pronuncia la [u]), mettilo a fianco alla lettera; quando le labbra si separano (quando si pronuncia la [i]), metti un segno sotto la lettera.” Grazie a queste invenzioni, al-Duali fu considerato il fondatore della grammatica araba e il primo a parlarne in un libro ad essa dedicato; grazie a lui, i musulmani non avrebbero più potuto sbagliare la lettura e la comprensione del testo sacro.

Il sistema di vocali brevi: da dx ba, bi, bu.

Il sistema di vocali brevi: da dx ba, bu, bi.

 

Silvia De Pompeis